
una prematura maturità, acquisendo una formazione ed una filosofia di
vita che non si impara tra i banchi di scuola. Nel 1990 fa ritorno a casa. Nel 1993 riprende gli studi abbandonati ed oggi svolge la professione di consulente aziendale, ma il suo mestiere vero, che sente nell’anima, è il “mercante di parole”
Perchè il nome d’arte Artur Brand?

Ricordo che da bambino, all’uscita di scuola, non amavo andare a giocare al pallone, come facevano tutti i miei compagni. Il mio passatempo preferito, era quello di andare a giocare nel magazzino di granaglie e mangimi di mio padre. In particolare amavo giocare su una pila di sacchi di granturco, fatti di juta, che giungevano dall’Argentina, precisamente da Mar del Plata, se non ricordo male. Su questi sacchi era stampato il nome dell’esportatore argentino, un certo “Artur Brand“ ed il suo marchio: uno stupendo veliero. Arrampicandomi su quella pila di sacchi immaginavo di essere al timone di quel vascello, ed ogni giorno solcavo oceani diversi, inventavo mille battaglie con feroci pirati, e facendomi chiamare Artur Brand me ne andavo in giro per il mondo. Sicuramente fu allora che nacque in me la voglia di materializzare quei viaggi immaginari, e che all’età di 15 anni mi spinse ad affrontare il mio primo viaggio da solo, lontano di casa. Viaggio ormai da circa venti anni. Questo mi ha portato ad accumulare esperienze per me preziose, ma ancora più preziose ritengo siano le amicizie che ancora oggi conservo delle tante persone conosciute nei miei innumerevoli viaggi, ma soprattutto ritengo prezioso, anche se materialmente non l’ho mai conosciuto , il legame che ho con il signor Artur Brand, che saluto con affetto, ovunque oggi esso si trovi.